Uno scienziato americano annuncia la fine del mondo, [..] che cosa fareste prima dell’ultima ora?
[…] Proust inviò all’«Intransigeant» e al suo catastrofico scienziato americano la seguente risposta:
Credo che la vita ci parrebbe improvvisamente deliziosa, se fossimo minacciati dalla morte, come voi dite.
Pensate, in effetti, a tutti i progetti di viaggi, di amori, di studi che la nostra vita contiene in soluzione, invisibili alla nostra pigrizia la quale, sicura dell’avvenire, li rimanda continuamente.
Ma appena tutto questo rischierà di essere impossibile per sempre, come ridiverrà bello!
Ah, basta che il cataclisma non avvenga per questa volta e non mancheremo di visitare le nuove sale del Louvre, di gettarci ai piedi di mademoiselle X…, di visitare le Indie.
Il cataclisma non avviene e noi non facciamo niente di tutto ciò, perché ci troviamo reinseriti nella vita normale, in cui la negligenza smussa il desiderio.
Eppure non avremmo dovuto aver bisogno del cataclisma per amare oggi la vita.
Avrebbe dovuto bastarci il pensare che siamo esseri umani e che la morte può raggiungerci questa sera.