Frida si guarda il grembo e fa scivolare la mano fredda sotto la camicetta tehuana.
Lo sente tiepido, come se non avesse ancora dimenticato che per tanti mesi ha custodito una vita.
Il feto si trovava in una posizione sbagliata, e avevano dovuto svuotarle il ventre.
All’ospedale, il giorno dell’aborto, Diego non c’era.
Suo marito, quel giorno l’ha passato con una delle sue amanti.
Frida non può dimenticare che mentre le strappavano il piccolo Diego, l’altro, il grande, placava la sua fame di sesso in un hotel, in compagnia dell’ennesima assistente.
Ione Robinson, si chiamava.
Aveva ragione, la signora con il velo sul volto: con il tempo, aveva detto, il dolore sarebbe aumentato.
Sarebbe così semplice mettere fine a tutto, chiudere gli occhi e buttarsi nell’oceano.
Chissà Diego quando se ne accorgerebbe, magari l’indomani.
Oggi no, perché è molto occupato con la sua nuova modella, la tennista Helen Wills.
Frida la sente gridare per l’orgasmo nel salone dove suo marito sta dipingendo.
Non osa sorprendere gli amanti mentre si rotolano sul pavimento, tra i teli e l’impalcatura, però non si muove, resta lì a origliare.