Ci si può davvero immaginare un Dio che si sarebbe accontentato di creare semplicemente la legge di causalità, dopodiché, a partire da quel primo impulso con cui metteva in moto il mondo, gli avvenimenti successivi si sarebbero snodati con invariata predeterminazione?
No, non si è reso le cose così facili: ha collocato nell’universo un avversario della sua stessa levatura, il libero arbitrio, che in ogni momento è pronto a misurarsi in duello con la causalità, e lo fa persino quando è convinto di doversi sottomettere umilmente a una decisione imperscrutabile.