«Fossi in te, a questo punto della vita mi butterei. Mi concederei il lusso di provare. Hai sempre fatto quello che tutti ritenevano fosse giusto. Concediti un errore: lo spazio di un errore è uno spazio di crescita.»
«Che tipo che sei… Ma se so già che è un errore, perché lo dovrei fare?»
«L’errore in sé conta poco, conta come diventiamo dopo quell’errore, come incide su di noi, come ci rende. Magari ti migliora. Chi può dirlo? Dài, Elena, per una volta nella vita fai una cosa anche se non ha senso.»
«A cosa mi può servire fare una cosa che so già che non ha senso?»
«Non è che nella vita si fanno le cose solo se servono a qualcosa. È un gioco… ma tu quando giocavi da bambina avevi bisogno di sapere a cosa serviva?»
«Certe cazzate si possono anche evitare.»