«Zofia ho paura…»
«Anch’io.
Lascia che ti conduca nel mio mondo, potrò seguire ogni tuo passo, conoscerò i tuoi risvegli, inventerò le tue notti, rimarrò accanto a te.
Cancellerò il destino, ricucirò ogni ferita.
Nei giorni di rabbia ti legherò le mani perché tu non ti ferisca, incollerò la mia bocca alla tua per soffocare le tue grida e nulla sarà come prima, e se sarai solo, lo saremo in due.»
Lucas la prese tra le braccia e, sfiorandole la guancia, le accarezzò l’orecchio con il suono serio della voce:
«Se sapessi quanta strada ho percorso per arrivare a te.
Non sapevo, Zofia, mi sono sbagliato, e ogni volta ho ricominciato con più gioia, più fierezza.
Vorrei che il tempo si fermasse per viverlo, scoprirti e amarti come meriti, ma questo tempo ci lega senza appartenerci.
Io sono di un altro mondo, dove tutto è nessuno e unico; io sono il male e tu il bene, sono la tua differenza, ma credo di amarti, perciò chiedimi quello che vuoi.»
«La tua fiducia.»