Quando hai troppa paura di ciò che gli altri dicano di te, non vivi più.
Le persone libere spaventano perché non insegnano e non si fanno insegnare da nessuno la vita.
Spaventano perché sono la prova che ci sono tanti modi di stare al mondo.
Spaventano perché vivono senza strategie, ti danno tutto ma sanno anche riprendersi tutto all’occorrenza.
Qualcuno non ti perdona la felicità, la capacità di uscire fuori dagli schemi, di spaccare le regole, di cantare fuori dal coro.
Allora ti dicono matto e in realtà sei solo felice.
Ma quando non t’interessa più ciò che dicono di te, cambia anche il tuo modo di respirare.
Ti prendi il tuo posto, il tuo ritmo e ti sposti di dimensione.
Cerchi in un’altra persona una buona sincronia.
Quando ti arriva un giudizio sparato negli occhi, il tuo sguardo è già altrove.
C’è chi le labbra le secca di “bla bla bla”, c’è chi si mangia il mare a colazione.
È sempre una questione di scelta, la vita.
Tutti parlano di libertà, pochi sono veramente liberi.
Li riconosci, non hanno voglia di valutare gli altri come si valuta un’applicazione sullo smartphone.
Dentro ognuno di noi c’è un mondo che va esplorato e scoperto, senza entrarci di prepotenza, facendo attenzione a non spaccare niente, solo ogni tanto un colpo duro al muro come a dire: “Non me ne vado, sono qua”.
E guardarsi, parlarsi, esplorarsi l’anima, i suoi movimenti e i suoi turbamenti, senza pudore.
Io cerco ancora la mia differenza.
Ciò che non deve andare come va tutto sempre, come al solito, com’è già scritto nella storia di molti, ciò che non è condizionato in origine dalle parole “tutto deve finire”.
E magari finirà ma io avrò sempre creduto di no, fino a un attimo prima della sua fine.