Ti penso perché ci piacciono gli stessi profumi.
Ti penso anche quando, come oggi, cerco affannosamente un parrucchiere che, prima del funerale (oggi alle 12.30, NDR), mi faccia questa benedetta acconciatura a banana di cui parlavi sempre e con cui, adesso lo rimpiango, non ti ho mai dato la possibilità di vedermi.
«Vivi più che puoi perché non sarai mai giovane come oggi», era un’ altra cosa che dicevi sempre, come che le mie gonne erano troppo corte anche quando in realtà non lo erano.
Venivo da te con gioie, affanni, indecisioni, dubbi esistenziali.
Non potrò mai dimenticare i giorni, tanti, in cui ho aperto a te il mio cuore felice e poi sofferente.
«La vita è lunga – dicevi -, ti devi lasciar vivere».
Ripetevi che quando si è giovani tutto sembra irreparabile ma poi in fondo non lo è.
Credo che tu abbia ragione, ed ho capito che, proprio come dicevi tu, il cuore è un muscolo intelligente con una voce speciale e «quando urla lo senti».