Eppure essi sono così insensati e dimenticano tanto facilmente il destino mortale verso cui sono spinti giorno per giorno, che si meravigliano se perdono qualcosa, quando un giorno dovranno perdere tutto.
Qualunque sia l’oggetto di cui sei riconosciuto padrone, esso è accanto a te, ma non è tuo.
Non vi può essere nulla di stabile per chi è instabile; niente di eterno e di durevole per chi è fragile.
È inevitabile la morte, come è inevitabile la perdita dei beni; anzi, a ben comprendere, questo è motivo di conforto.
Sappi abbandonare tutto serenamente, poiché devi morire.
Lettera 98