Voglio raccontarti questa cosa, Greta, questa cosa che penso da tanto tempo, ma che non riesco a dire, lo sai, ci sono dei posti, la notte, nei campi, dove ho pensato che magari ci andiamo da sole qualche volta, dei posti dove le lucciole si trovano e fanno una gran luce, come se fosse giorno, e anche se non c’è l’oceano, davanti, è come stare davanti al mare.
Un mare giallo ma che la notte, con le lucciole, sembra azzurro.
Tutte le volte che ti ho toccato nel posto segreto, ho sentito che eravamo fatte uguali e che a te piaceva come lo facevo io più di come lo facevano i maschi.
I giochi che abbiamo fatto, tutti, anche gli intimi, io li ho fatti perché c’eri tu che mi davi coraggio… ti lamentavi sempre però poi sorridevi e io non avevo più paura finché non avevi paura tu.
Non ci ho mai pensato che i nostri corpi potessero farsi male.
Non ho mai pensato se erano cose giuste o sbagliate, erano cose, erano i nostri giochi, erano come essere fratelli e sorelle, era come essere grandi, ma piccoli.
Però non so spiegartelo bene.
Ma tu non devi stare così male, respira forte, soffiati il naso, alzati, per favore, apri gli occhi.