Vivere sotto un ponte
In un testo buddista si parla delle sei difficoltà che si incontrano nel vivere in una casa:
dà lavoro il costruirla,
dà ancora più lavoro il pagarla,
deve essere riparata sempre,
può essere confiscata dal governo,
si ricevono continuamente visite di ospiti indesiderati,
serve da nascondiglio per atti condannabili.
D’altro canto, sei sono i vantaggi nel vivere sotto un ponte:
si può trovare facilmente,
il fiume ci è d’esempio su com’è passeggera la nostra vita,
non ci dà l’opportunità di essere avidi,
non ha bisogno di una recinzione,
vi si incontra sempre una persona nuova con cui conversare,
non è necessario pagare un affitto.
Bella filosofia.
Ma quando osserviamo le persone che vivono sotto i ponti e i viadotti, abbiamo la certezza che questo testo sia completamente sbagliato.