Mi inquieta
che l’acqua non abbia colore
che l’aria non abbia sapore
che l’imene
non abbia lacrime.
La tenerezza delle spine
il loro perpetuo rinnovarsi
Mi ferisce:
il nitrito di bestie estinte
nel mio sangue
L’urlo dei demoni
morti sotto gli alberi
di sponde remote.
Poso i miei palmi ruvidi
sul piede di un uomo
un estraneo che passa
E benedico i miei figli
partoriti nel vento
che penetra il tempo.