Ho battuto al portone del tempo perduto, nessuno ha risposto.
Ho battuto una seconda volta e un’altra volta e ancora un’altra.
Nessuna risposta.
La casa del tempo perduto è coperta di edera
per metà; l’altra metà sono ceneri.
Casa dove non abita nessuno, e io battendo e chiamando
per il dolore di chiamare e non essere udito.
Semplicemente battere. L’eco restituisce
la mia ansia di socchiudere questi palazzi gelati.
La notte e il giorno si confondono nell’attendere,
nel battere e battere.
Il tempo perduto certamente non esiste.
È la gran casa vuota e condannata.
Letta da Sergio Carlacchiani