Io non potevo pensarti in corpo putrescente,
Come invero tu eri, da tempo ormai cadavere;
Ma intatto restavi nella mia memoria visiva
E ciò che invero tu eri mai m’attraversò la mente.
Avevo anzi fissato i momenti della tua bellezza
Il tuo sorriso morente, la premura del tuo bacio,
E la memoria al mio cuore il dovere insegnò
Di riconoscerti anche in quell’immortalità.
Ma quand’io giunsi dove tu ormai giacevi, e vidi
I fiori che incolpevoli candidi ti ignoravano,
L’erba che si intrometteva, in casuali fessure
A invecchiare la lapide dove giaceva il tuo nome,
Non sapevo che sentire, né tantomeno essere
Avanti al saldo segreto del tuo proprio destino.
da Poemi inglesi 35 sonetti
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