Quando si soffre così tanto senza dormire
e si ascolta come nel sangue transiti solo rabbia,
come dentro le ossa tremi l’odio risvegliato
e come nelle midolla arda continuamente la vendetta,
le parole in quei momenti non servono a nulla: sono parole.
Pallottole, pallottole.
Manifesti, articoli, commenti, discorsi,
nuvole di fumo perdute, nebbie stampate.
Che dolore di carte spazzerà via il vento!
Che tristezza d’inchiostro l’acqua cancellerà!
Pallottole, pallottole.
Ora soffro per quanto povera, meschina, triste
disgraziata e morta è una gola
quando dall’abisso del suo idioma vorrebbe
gridare ciò che non può, perché impossibile, e tace.
Pallottole, pallottole.
Sento questa notte le parole ferite a morte.
Da “De un momento a otro” (1937)
Letto dallo stesso Autore
In musica da Paco Ibáñez