Marina, tutto questo disperdersi nell’infinito
tutte queste cadute di stelle…
noi possiamo gettare noi stessi in ogni dove, verso qualunque stella
ma non potremmo mai renderla più grande…
Onde, Marina, e mare noi siamo!
Siamo abissi e siamo cielo!
Terra, Marina, noi terra, noi mille volte la primavera
Allodole lanciate nell’invisibile dall’irruzione del canto
Noi l’intoniamo con gioia, ma il canto già ci sovrasta,
e subito la nostra tristezza rovescia il canto in pianto.
Niente ci appartiene. A fatica posiamo le nostre mani
Sullo stelo dei fiori non colti…
Ah, già trascinati così lontano, Marina, così altrove…
Letto da Lorenzo Pieri